WEB TV & Comunicazione

Uno sguardo sul Torino Fim Festival

torino film  festival28/11/2014 – 15:36 – Prosegue la trentaduesima edizione del Torino Film Festival, a quanto pare – in attesa dei risultati definitivi – con il consueto successo di pubblico (nonostante il “taglio”, chissà perchè, di un multisala e la conseguente riduzione delle repliche e l’incremento delle code all’ingresso).

Tra le pellicole più interessanti va segnalato Cold in July di Jhon Magary, trasposizione cinematografica di un romanzo di Joe R. Lansdale. In Texas un padre di famiglia uccide un ladro nella sua abitazione, ma nulla è come appare e la sua vita  prenderà strade inaspettate e violente. Il film, teso e serrato, ricco di colpi di scena, fa la sua bella figura, grazie anche alla presenza nel cast di due vecchie glorie: Sam Shepard e Don Johnson.

Un po’ sconclusionato invece The Mend  di John Magary: due fratelli molto diversi tra loro, si incontrano e si scontrano nella Grande Mela, cercando di rimettere in ordine le rispettive vite e relazioni sentimentali. Alcuni buoni spunti, ma una certa inconsistenza della trama ed un eccesso di situazioni arruffate e paradossali, ne fanno una pellicola che fatica ad emergere rispetto agli standard della sufficienza del cinema “indie” americano.

Tra i film in concorso va segnalato invece l’italiano Frastuono per la regia di Davide Maldi.  Ambientato tra la citta di Pistoia e le montagne circostanti, il film parla di due diciottenni che si incrociano, ma che non si incontrano mai, che affrontano le incertezze della vita e dell’età adulta sublimandole con i rispettivi generi musicali: Iaui vive in montagna e compone musica tecno, Angelica vive in città e fa parte di un gruppo post punk; per entrambi le porte dell’età adulta si spalancano a suon di musica. Volutamente assenti gli adulti (ai quali presto anche i due giovani apparterranno) che spesso chiamano quei generi musicali “frastuono” per l’appunto. Bello! Cinema di volti, di persone, di emozioni e – naturalmente – di suoni. Dalle code per entrare in sala, un pò inaspettatamente, buon successo di pubblico, vedremo se arriverà anche qualche premio.

Sempre in concorso l’ungherese For some inexplicable reason del non ancora trentenne Gabor Reisz, che ne è anche il protagonista. E’ la storia di un giovane, aspirante scrittore, appena  lasciato dalla fidanzata ed in piena crisi esistenziale che, un po’ per caso, da Budapst finisce a Lisbona dove supera la fase di apatia in cui si trova. Sprazzi di Woody Allen e di Gondry, ma con una buona dose di originalità.  Si sorride, a volte un po’ amaro, più che ridere. Bello.

Sempre in concorso il francese Mercuriales diretto da Virgil Venier, storie di alcune ragazze e di un addetto alla sicurezza (che non si incrociano mai) che le cui vite gravitano attorno alla Torri Les Mercuriales dell’avvenieristico quartiere francese de La Defense.  Spaccati di vita e di ambientazioni sociale della periferia francese, angosce e speranze che si intrecciano per una pellicola  interessante, ma un po’ incompiuta.

Ben più interessante, ma fuori concorso, è The canal di Ivan Kavanagh. La storia può sembrare un po’ scontata: un giovane padre e marito scopre che al moglie lo tradisce e, alla scoperta della morte di costei, è il principale sospettato (l’ispettore di polizia gli dice, infatti, “è sempre il marito, in ogni maledetto caso!”); lui, però, inizia un’indagine personale nel corso della quale scopre che nella casa dove abita e nel canale antistante  vi sono stati, negli anni, numerosi delitti in famiglia. Qualcosa, intanto, comincia a perseguitare lui e il figlioletto, mentre realtà ed immaginazione si intrecciano.  Tensione e paura a mille per una pellicola di genere che emerge tra le tante.

Tra le retrospettive si è fatto (ri)vedere, peraltro presentato dal novantenne regista Giulio Questi (al quale il Festival ha dedicato una retrospettiva), il cult La morte ha fatto l’uovo (che titolo geniale, a detta di Questi, frutto di un’abbondante assunzione di whisky!) con Gina Lollobrigida e Jean Luis Trintignant. La storia è quella di un uomo (imprenditore del settore avicolo, da qui il titolo) diviso tra la moglie e la giovane  nipote, ma pieno di fantasie sadiche. In realtà qualcuno trama alle sue spalle. La pellicola presenta, a dire il vero, varie ingenuità e vuoti narrativi, ma sulta comunque originale anche (oltre perla bravura dei due “mostri sacri” Trintignant e Lollobrigida) per l’ambientazione – per buona parte del film – nell’allevamento in batteria (con tanto di “virtuosismi” nella regia), con tanto di musiche claustrofobiche e sincopate.  Non un capolavoro, ma comunque un film che resiste negli anni. La proiezione è stata preceduta dal bel corto Il passo, girato da Questi per un film ad episodi, buon esempio di horror gotico d’epoca. Su Questi va aperta una breve parentesi per segnalare che Einaudi ha appena pubblicato il suo “Uomini e Comandanti”, a detta dei critici bellissimo racconto personale di chi ha vissuto al resistenza dalle parti della Val Brembana, testimonianza del fatto che siamo di fronte ad una mente poliedrica (come il suo cinema del resto, nel quale si passa  con disinvoltura dallo spaghetti-western alla fantascienza, al giallo/horror per l’appunto).

Infine, nella retrospettiva New Hollywood ha fatto la sua bella comparsa (specie perché film di difficile reperibilità) Rolling Thunder di John Flynn, del ’77, con un grande William Devane e un giovane Tommy Lee Jones. Due reduci del Vietnam tornano in patria (Texas) dopo anni di prigionia. A uno dei due verranno uccisi moglie e figlio da una banda di malviventi. I due si ritroveranno per compiere l’inevitabile vendetta. Pellicola tesa e violenta, diventata (meritatamente) un cult , tanto che Quentin Tarantino la omaggiata dando il nome del film ad una sua compagnia di produzione cinematografica.

Adesso ci attendono le ultime proiezioni, poi le premiazioni e, domenica, le rerpliche dei film premiati. Vi terremo aggiornati.

 

Radar degli eventi

Non ci sono eventi imminenti

Chiudi
Please support the site
By clicking any of these buttons you help our site to get better

Versione mobile