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Buona domenica: a chi con la creatività combatte il bullismo e a chi la utilizza per illuminare angoli scuri

lampada_ledgo18-12-2016 – 10:10 - Buona domenica: a chi con la creatività combatte il bullismo e a chi la utilizza per illuminare angoli scuri.

Terzo appuntamento con la  rubrica che, prendendo le distanze dai ritmi frenetici che il web impone, va alla ricerca  di  notizie, per approfondirle o riflettere su quanto è accaduto. E visto che è una giornata di festa, cercheremo di dare solo belle notizie o almeno di vedere il bicchiere mezzo pieno, raccontandone quindi l’aspetto migliore: buona lettura.

La mente acuta, gli occhi attenti, le mani abili sono strumenti, poi serve qualcosa in più di quella scintilla di creatività che trasforma un’idea in realtà. Sono due le storie che si possono raccontare, entrambe hanno radici pinerolesi, ma imboccano strade diverse.

Emanuele Terracini è un giovane  architetto di Pinerolo che lavora in Spagna. Un altro cervello che ha lasciato l’Italia. Figlio d’arte, si dirà, anzi nipote d’arte visto che il nonno era un celebre scultore e lui ne ha colto il testimone, infatti con buon gusto, intuito e, giusto appunto, creatività ha realizzato una lampada che ricorda un poco i mattoncini delle costruzioni chiamata Ledgo. Risponde alla filosofia del “Do it yourself”. Ognuno potrà montarsela da solo e sceglierne anche la forma. La visibilità  per questa singolare lampada è affidata al web e ad una campagna di crowdfunding.

Nella  seconda storia la creatività ha fatto un balzo in avanti perché è diventata la strada da imboccare per recuperare i comportamenti scorretti di un gruppo di alunni dell’istituto Porro di Pinerolo, noti non solo per la loro intemperanza alle regole scolastiche, ma anche per la deplorevole abitudine di spaccare, lanciandole dalla finestra della scuola, le sedie. Ebbene, questa volta grazie alla creatività di un insegnante, Walter Di Santo, che  per una strana sorte del destino legata a nomine bizzarre, invece di andare ad insegnare scultura in un liceo artistico, è finito a dare una mano in una scuola tecnica. Qui niente crete da modellare o legno da scolpire, ma solo un magazzino pieno di sedie rotte. Ed ecco che la creatività ha iniziato a spintonare e alla fine è venuto fuori un progetto con un duplice valore: legato all’opera d’arte e al recupero educativo. Gli alunni hanno imparato a tagliare e saldare i tubi delle strutture delle sedie, li hanno riverniciati e alla fine ecco che quello che sino a poche settimane prima era il risultato di un atto vandalico è diventato un albero di Natale. In bella mostra davanti all’ingresso della scuola è un simbolo che testimonia che un primo passo verso un comportamento corretto è stato fatto.

Buona domenica.

Antonio Giaimo

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