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I carabinieri di Perrero presto daranno un nome al cacciatore che ha ucciso deliberatamente due cani a passeggio nei boschi.

Argo e Fiamma per sempre ora riposeranno vicini

Argo e Fiamma per sempre ora riposeranno vicini

In una ristretta rosa di nomi i carabinieri troveranno il responsabile. Metti insieme crudeltà e cattiveria ed allora ecco che due cani dal carattere docile vengono uccisi con quel piombo che il cacciatore aveva in canna pronto per colpire nei boschi di Perrero un cervo. Non si tratta di un incidente, di uno sparo partito per sbaglio,  perché i colpi esplosi sono stati  due e  il cacciatore ha premuto sul grilletto dopo avere  puntato la carabina deliberatamente verso due cagnolini che avevano avuto l’unica colpa di aver incrociato un cacciatore durante una sua battuta.

Argo e Fiamma avevano tre anni tutti passati insieme, uno accanto all’altro, con Maurizio Barale e  sua moglie Angela Melone, con l’affetto dei loro due figli e di di tutti quegli escursionisti che salivano al Lago Verde di Prali, dove la famiglia nei mesi estivi gestisce il rifugio alpino.

Il fatto drammatico è accaduto sabato nei boschi di Perrero, racconta Maurizio Barale: «Erano da poco passate  le 9,30 con Fiamma e Argo camminavamo sul sentiero, era coperto di neve e io guardavo in basso dove mettere i piedi, i cani saranno stati  a una ventina di metri davanti a me. Poi ho sentito due spari fortissimi ho visto che Fiamma e Argo non c’erano più, ho subito pensato che si fossero diretti dove era in corso una battuta di caccia ma quando ho alzato lo sguardo ho visto un cacciatore che si stava allontanando nel bosco, l’ho chiamato gli ho detto di fermarsi ma lui ha accelerato il passo per cercare di scappare».

Ma il cacciatore,  che sicuramente al bar si sarà sempre vantato di avere un mira infallibile, non poteva sapere che chi gli aveva intimato di fermarsi fosse uno sportivo abituato alle corse in montagna. Racconta Maurizio Barale: «Sapevo che l’avrei raggiunto anche se era molto più avanti». Così è stato e il cacciatore prima ha negato di aver sparato poi ha cercato una scusa: «Poveri cagnolini qui ci ci sono i lupi». Aggiunge Barale: « A quel punto ho intuito quello che poteva essere accaduto ho lasciato il cacciatore che si  è subito allontanato e sono tornato sui miei passi ho sentito un flebile guaito era Fiamma, ferita che si era rifugiata sotto ad un cespuglio. L’ho presa in braccio e sono corso da mia moglie prima e dal veterinario dopo».

Una speranza flebile i veterinari  della clinica Vet 24 hanno fatto di tutto, sono anche arrivati i proprietario di altri cani per fare delle trasfusioni, ma Fiamma aveva perso troppo sangue e dopo qualche ora  il suo destino è stato identico a quello di Argo, il suo  compagno di tante corse in montagna.

E commenta Davide Pistone, delegato della Lega Anti Caccia di Pinerolo : «Un episodio  grave che getta discredito su tutta la categoria dei cacciatori,  anche se non tutti sono così, penso che nell’ambiente qualcuno abbia già delle indicazioni. E le indagini per i carabinieri saranno semplificate dal fatto che sul sito del comparto Alpino 1 vengono pubblicati i nomi dei cacciatori che intendono partecipare ad una battuta di caccia di selezione in una zona specifica  che questa sia al capriolo o al cervo».

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