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Facebook e GPS smascherano attentatore

carabinieri pinerolo13/12/2014 – 9:34 - Indagavano su truffe ad anziani e furti in appartamenti, quando i  carabinieri della Compagnia di Pinerolo hanno scoperto che il loro sospettato aveva provocato un incendio doloso con esplosione del suo bar per intascare il premio assicurativo. Le indagini dei militari hanno permesso di notificare un ordine d’arresto a P. L., 43 anni, abitante a Cumiana (To), con precedenti penali, per incendio doloso e furti. L’uomo, in concorso con il figlio, titolare del “Bar Dylan Dolce Amore Café”, di Rivalta di Torino,  ha provocato a mezzanotte e mezza del 29 agosto 2014 un’esplosione con conseguente incendio del medesimo locale, dai quali è derivato pericolo per l’incolumità pubblica. L’uomo è accusato, inoltre, di aver utilizzato delle targhe contraffatte sulla sua vettura ed è ritenuto responsabile di una serie di furti a in abitazione e garage di Valgioie, Bagnolo Piemonte (Cn) e Luserna San Giovanni(To). A casa dell’uomo, i carabinieri hanno sequestrato abbigliamento e accessori per la messa in scena della truffa perfetta.

L’INCENDIO DI RIVALTA

 

Il 29 agosto scorso, alle ore 0030, una forte esplosione all’interno del Bar Dylan Dolce Amaro Cafè di Rivalta ha provocato un incendio e la distruzione del medesimo locale nonché il danneggiamento dell’interno stabile e il ferimento di alcuni condomini.

 

È stato dimostrato che il 24 agosto scorso padre e figlio sono andati al bar per prelevare due televisori al plasma, sedie, bottiglie e bevande di vario genere (ritrovati nel garage). Il 27 agosto, P. L. è uscito di casa con una valigetta per attrezzi, una tanica e un sacco nero di plastica per immondizia. È rientrato dopo due ore e mezza (tutto ripreso dalle telecamere dei carabinieri). Grazie al GPS installato sulla macchina dell’indagato, i carabinieri hanno dimostrato che il 29 agosto, la stessa vettura, dopo avere percorso ripetutamente le strade circostanti il bar e la stessa Via Giaveno, sia stata in sosta per 13,25 minuti sul luogo dell’attentato. Risulta, inoltre, che l’auto di P. L. sia passata un’ultima volta sul luogo del fatto pochi istanti dopo l’esplosione. La relazione dei VVFF , depositata il 21 novembre scorso, giunge alla conclusione che: “I danni e i risultati della ricerca di acceleranti di fiamma in modo chiaro e coerente indicano che l’incendio ha origini dolose ed è stato appicca trio utilizzando acceleranti di fiamma tra i quali certamente la benzina”…

 

<<In sostanza – scrive il GIP – sta di fatto che P. L. e suo figlio, nei giorni precedenti l’incendio, abbiano agito apparentemente al fine di sottrarre al danno imminente alcuni beni; che due giorni prima del fatto essi si siano recati nel locale muniti di mezzi compatibili con l’intenzione di dar luogo all’incendio, e che P. L. (il 18 Agosto aveva fatto sapere agli amici, tramite Facebook che se ne andava in Liguria per tre giorni) immediatamente prima del fatto, per ragioni che sin qui non ha riferito, sebbene fosse notte, il locale fosse chiuso ed egli abitasse altrove, si sia recato sul posto e vi sia rimasto poco meno di un quarto d’ora, per poi andarsene a casa di gran carriera subito dopo l’esplosione. Risulta altresì – continua il giudice – che l’incendio si stato doloso, che esso sia stato appiccato utilizzando della benzina che ben poteva essere trasportata con una tanica e che grazie alla copertura assicurativa l’incendio avrebbe potuto costituire una fonte di guadagno>>.

 

 

 

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