Due bare di legno chiare affiancate. Sopra a quella di lei, Maria Rosa Fiore, un cuscino di rose screziate di rosso, sopra a quella di suo marito, Dario Lisdero, uno di rose rosse.
Adagiate vicine nella chiesa del Santo Spirito, come vicini sono sempre stati nella vita sino a quel venerdì mattina di due settimane fa, quando una fuga di gas ha sventrato la palazzina di piazza Sabin dove abitavano all’ultimo piano.
Il vescovo Derio Olivero durante l’omelia ha distillato gli attimi di vita di questa coppia: le gite in montagna, le serate a ballare, i gerani accuditi con amore che abbellivano un balcone cancellato dallo scoppio.
«I miei nonni non ci sono più – ha detto accanto alle due bare la nipote – ma per me sono vivissimi tutti momenti passati con loro». Piccole gemme d’affetto che rimaranno a tenere presente il loro ricordo in chi li ha amati.
E poi è arrivato l’accorato appello del sindaco, Luca Salvai: «La comunità ha saputo far sentire la propria forza, la solidarietà. Oggi è il giorno del dolore e del pianto, ma questo affetto dovrà ancora essere presente sempre».
E poi sulle note dell’Ave Maria le due bare escono da una chiesa troppo piccola per ospitare parenti, amici, vicini di casa che volevano bene a Maria Rosa e a Dario.
A.G.