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A Torre Pellice le storie di frontiera obbligano a riflettere. Sia dentro sia fuori dal Sinodo

Ci sono storie capaci di imboccare quella strada che porta dritto al cuore. Racconti di frontiera, di quei confini che non sono solo quelli disegnati sulla cartina geografica. Ma sono quei confini che ogni giorno lo straniero si trova a dover attraversare, fatti spesso di pregiudizi, di incomprensione, di incapacità a comunicare o a saper ascoltare. Insomma, un fuori sintonia.

L'aula sinodale

L’aula sinodale

Ebbene anche di questo si occupa il Sinodo, delle chiese valdesi e metodiste, i cui lavori sono iniziati  a Torre Pellice lunedì 26 agosto.
Qui invece la sintonia esiste fra il dibattito, a cui partecipano i 180 membri ammessi al Sinodo, e gli incontri che avvengono fuori dall’aula.
Il tema dell’accoglienza, dei rifugiati politici, delle navi alle quali vengono negati i porti, impongono a tutte le chiese, e non solo a quelle protestanti, una grande attenzione.
E ieri nella biblioteca di Torre Pellice a sottolineare quel rapporto fra chiesa valdese e organizzazioni umanitarie è stata Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch Italia. «Siamo molto orgogliosi di questa amicizia che è iniziata con Mediterranean Hope, il supporto che la vostra chiesa ci fornisce è importante. Si deve continuare a proteggere il soccorso in mare. Noi non facciamo imprese eroiche, ma riteniamo che tutte le navi debbano portare aiuti a chi è in difficoltà. In questo momento le nostre navi e i nostri aerei non possono operare perché sono sotto sequestro. Anni fa era tutto diverso, lavoravamo in stretto contatto con le motovedette».
E nella prefazione del libro “Racconti dalle frontiere”, stampato grazie ai contributi dell’otto per mille, Loretta Malan, direttore dei servizi inclusione della Diaconia valdese, ricorda che, se nel 1985 le frontiere erano state superate dal trattato di Schengen, a partire dal 2015 nell’indifferenza generale in molti stati europei si sono ristabiliti i controlli sui confini.
E sempre parlando di frontiere è arrivata la testimonianza di Randy Mayer, pastore impegnato da oltre vent’anni nelle terre di confine, divise da un muro, tra Usa e Messico, che ha affermato: «la politica di Trump ha adottato un linguaggio sprezzante e offensivo per demonizzare e disumanizzare il migrante e ha messo in atto politiche crudeli che hanno portato alla detenzione di bambini, alla separazione delle famiglie e alla criminalizzazione della povertà». E ha aggiunto: «Una volta eretti i muri, è stato necessario un maggior numero di agenti per presidiarli. Le terre di confine sono ormai diventate zone militarizzate».
E sempre in relazione ai corridoi umanitari, poco prima nel corso del Sinodo, che prevede la presenza di ospiti del mondo cattolico, il presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi) della Cei monsignor Ambrogio Spreafico, aveva ricordato: «Non sono solo un’azione benefica bensì profezia di un mondo, dove le migrazioni fanno parte di quelle tragiche conseguenze di ripetute azioni che stanno mettendo in discussione l’armonia del creato, dove le guerre, la povertà, la violenza e le ingiustizie non permettono a molti di continuare a vivere là dove sono nati e cresciuti».
A.G.

 

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