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A Pragelato e a Sauze di Cesana l’ultimo saluto a Patrick Negro e a Cala Cimenti travolti da una valanga

 

I funerali di Patrick "Sherpa"

I funerali di Patrick “Sherpa”

Se loro avessero potuto scegliere in che giorno salutare gli amici, chissà, forse avrebbero scelto una giornata come oggi, con il cielo azzurro, le montagne innevate, l’aria cristallina.

 

 

 

 

 

 

 

Patrick

Patrick

E questa mattina nel cortile dell’ospedale Valdese di Pomaretto intorno a quella bara di legno chiaro, il mondo di Patrick Negro si è dato appuntamento. Amici, sindaci, uomini e donne del Soccorso Alpino. “Grazie. Grazie a tutti” le uniche parole che Sabina, la moglie, è riuscita a pronunciare, accanto a lei i suoi due figli. Una lunga coda per mettere una firma e volgere lo sguardo verso quella bella fotografia in bianco e nero di Patrick, anzi di Sherpa, come tutti lo chiamavano. Un soprannome che ben si adattava a chi era da sempre abituato a farsi carico di tutte quelle fatiche che servono per coronare un progetto: era un instancabile organizzatore, sempre accanto ai bambini per insegnare loro la determinazione che serve nello sport. Sempre sorridente quando apriva i cancelletti alla partenza delle gare di sci. Sempre pronto a percorre con i colleghi del soccorso alpino un sentiero di montagna. Sempre pronto a salire per primo sull’ambulanza per portare aiuto a chi sta male.

Ma nessuno a Pragelato era pronto a dargli l’ultimo saluto. “Ricordiamoci sempre di lui”, ha detto il sindaco Giorgio Merlo, durante un momento di commemorazione davanti al municipio di un Comune che oggi ha decretato il lutto cittadino e a Sherpa verrà intitolato un sentiero.

 

Cala

Cala

Altra commozione a Sauze di Cesana dove si sono svolti nel pomeriggio i funerali di Carloalberto “Cala” Cimenti. Ma qui “come avrebbe voluto fare lui” davanti alla chiesa San Restituto, dopo la funzione, l’ultimo saluto è stato accompagnato da un brindisi. E la moglie ha detto: “Ho provato a tenerlo stretto a me. E’ andato via, ma l’ho amato tanto”.

Era un leggenda dell’alpinismo, aveva fatto tutti gli 8.000 del mondo. La sua impresa più nota era stata la scalata del Gasherbrum VII (6.955 metri), al confine tra Cina e Pakistan: era stato il primo a farlo in una via diretta ed era stato il primo a discenderlo con gli sci. L’impresa, risalente al 2019, era diventata poi un libro: ‘Sdraiato in cima al mondo’.

Ma nessuno potrà dimenticare quando grazie al suo coraggio riuscì a salvare la vita a Francesco Cassardo, medico 30enne di Rivoli, appassionato di alpinismo, ferito seriamente dopo essere caduto sabato in discesa dal Gasherbrum VII, vetta in Pakistan di 6.979 metri.

A.G.

 

 

 

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