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Si laurea con una tesi su Bourcet

roure_bourcet4-10-2016 – 15:31 – I “vuoti” delle Alpi: una realtà che è il risultato di decenni di abbandono, che dagli ultimi anni ha conosciuto una interessante inversione di tendenza, che si lega non solo al territorio montano, ma a un coinvolgimento generale nella riscoperta e recupero delle dimensioni rurali dei piccoli Comuni e dei borghi montani, “spina dorsale” di un’Italia sempre più attenta alla sua ricchezza, alle aree interne e alla diversità paesaggistica.

È questo il fulcro sul quale ruota la ricerca di Marta Terrando e Alessandra Milanese, concentrata nella tesi di laurea magistrale in Architettura per lo Sviluppo sostenibile (al Politecnico di Torino) discussa ieri, dal titolo “Ri-Abitare i vuoti delle e nelle Alpi: il caso di Bourcet in Val Chisone”. Relatrice, la professoressa Federica Corrado, correlatore Marco Bussone, vicepresidente Uncem Piemonte.

“L’obiettivo della tesi è l’analisi del “vuoto” – spiegano Marta e Alessandra – sia esso declinato in termini di paesaggio, architettura, storia e cultura locale, visto non più come luogo dell’abbandono, lontano fisicamente e culturalmente dai poli urbani centrali, bensì come luogo dell’opportunità: di un’alternativa di vita, di un rilancio economico, della possibilità di sperimentare prospettive innovative dal punto di vista dell’inclusione sociale e della creazione di nuova occupazione. Il caso studio affrontato, ovvero il Vallone di Bourcet, nel Comune di Roure, si configura quale esempio significativo di un territorio che ha conosciuto a fondo il problema dello spopolamento”. Delle 600 persone nel primo Novecento, non è rimasto, per anni, che il ricordo della passata comunità, affievolitosi sempre di più man mano che il degrado delle architetture autoctone e delle opere umane sul territorio andava progredendo.

Una decina di anni fa, il cambio di rotta per Bourcet: vi è tornato a vivere un abitante fisso per tutto l’anno, Ivo Negro, che insieme ad alcuni proprietari delle abitazioni in disuso ha recuperato le strutture e i terreni agricoli fornendo, attraverso il suo lavoro, una concreta base per il rilancio del Vallone di Bourcet, che ad oggi vede ristrutturata la sua borgata principale, Chasteiran, la presenza del rifugio Serafin, e soprattutto la reintroduzione dell’antica coltivazione della patata unita alla produzione del pane tipico, ad oggi venduto nella Bassa Valle. E anche sul sito internet www.bottegadellalpe.it, in e-commerce in tutt’Italia.

“La proposta di trasformazione urbanistica per Bourcet, contenuta nella tesi, punta alla ri-centralizzazione del territorio, con l’obiettivo primario del recupero del presidio umano sul territorio, elemento fondamentale per la cura del paesaggio”, evidenzia Federica Corrado, docente di urbanistica al politecnico, e presidente di Cipra Italia. Previsto l’insediamento di una cooperativa agricola sociale, che reintroduca le attività agricole, associandole alla possibilità di organizzare servizi turistici e sociali-formativi rivolti a bambini, giovani in età scolare, anziani, in modo da caratterizzare e diversificare l’offerta turistica del territorio, che offre un patrimonio naturalistico e architettonico di grande valore, che può e deve essere riscoperto e valorizzato attraverso un’attenta promozione e pianificazione degli interventi, nonché associandolo alla possibilità di accedere ai finanziamenti esistenti.

“Ringrazio le tesiste per aver dedicato il loro lavoro al borgo del nostro Comune – afferma Carlo Bouc, sindaco di Roure – È per noi un orgoglio. Presenteremo la tesi nelle prossime settimane, in un convegno con Uncem e i docenti del Politecnico di Torino”.

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