Ricordando i “Portici Nuovi” di Pinerolo

PINEROLO 19 marzo 2020: Portici Nuovi deserti, silenzio inquietante anche se, non posso negarlo, metafisico e affascinante.

Io, classe 1954, sono nata sotto i portici, come mio padre, entrambi figli di commercianti con negozio proprio lì, a coprire quasi tutto il 1900… e sono stati lo scenario della mia infanzia, uno scenario effervescente, divertente, un luogo di incontri straordinario.

Ho pensato di riempire il vuoto di questi giorni con i miei ricordi, sarebbe bello che ognuno partecipasse con i propri, un poco ogni giorno per dar tempo alla nostra mente di focalizzarsi, di approfondire e di trasmettere agli altri, anche e soprattutto a coloro che ancora non c’erano, che quei tempi non li hanno vissuti.

Tutto ciò per imparare per quanto possibile dall’analisi del nostro passato e quindi poter immaginare e iniziare a ricostruire o, meglio, costruire il nostro futuro, quello della città e del mondo in cui viviamo.

Se lo farete potremo mettere in fila i nostri ricordi, osservarli cercando il filo che li lega, mettere in chiaro i nostri desideri (quelli veri) che a seguito di questo radicale ripensamento nel momento attuale ci costringe a mettere a fuoco: con una nuova e diversa consapevolezza potremmo tracciare tutti assieme il percorso che ci attende.

Comincio io:

… LA DOMENICA MATTINA!

Dopo la messa, il rito proseguiva con l’acquisto dell’irrinunciabile “cabaret” di pasticcini per concludere il pranzo, ed i portici si riempivano di passanti con in mano l’involto di pasticceria; il panettiere Cerutti in piazza Barbieri, con il forno proprio dove ora c’è la galleria Mondadori, sfornava il pane fresco e i deliziosi “bisù”, con i grani di zucchero che caramellavano a fine cottura: i profumi si rincorrevano sotto le volte così come gli sguardi della gente che incrociandosi si salutava allegramente: era domenica! – Milena Bertotto