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Pinerolo è una città dove piace andare a teatro, cinque sono i sipari

teatro del sociale

Per anni a Pinerolo se volevi assistere ad uno spettacolo teatrale andavi a quello parrocchiale di Madonna di Fatima, il teatro Incontro. Questo dopo che un incendio nell’aprile del 1972 aveva distrutto il teatro Sociale una realtà storica, con i palchi in legno trasformato però in cinema.

Poi nel maggio del 2008, Renzo Arbore, aveva inaugurato il nuovo teatro Sociale. Oggi al fianco di queste due importanti e consolidate realtà ne sono sorte altre, minori come posti, ma con un’offerta certamente interessante.

Piccole realtà che rappresentano delle roccaforti culturali.

In questo panorama il più giovane è La Cantinella. Nel centro medioevale di Pinerolo, in via Parrocchiale, da due settimane è nato questo piccolo teatro che si definisce “fucina di arti sceniche” con 40 posti. Anna Giampiccoli l’ha dedicato alla memoria di suo padre Franco, pastore valdese a Torre Pellice e a sua madre Danielle Rollier. “Dopo aver lavorato in teatro per 25 anni a Roma, volevo tornare a Pinerolo per tirare fuori un sogno dal cassetto. Abbiamo adottato la formula dell’associazione culturale, si prende una tessera da 10 euro e si potrà partecipare alle nostre iniziative”. Due le proposte: “Ci può essere una partecipazione passiva ed assistere ad uno spettacolo, l’11 febbraio sarà la volta di Giacomino Pinolo, un clown alla deriva, oppure si può partecipare alla nostre iniziative e ai momenti di formazione fra questi: corsi di sartoria, di scenografia, di lettura ad alta voce, di scrittura creativa”. Qui gli spazi sono due, uno dedicato agli spettacoli e un altro più salottiero dove bere una tisana o parlare di cinema.

 

Un primato è rappresentato dal teatro del Moscerino, che con i suoi 30 posti in 35 metri quadri, in via Ortensia di Piossasco 9, è fra i 7 più piccoli teatri d’Europa e il più piccolo d’Italia. A dare vita ad un sogno sono stati Marta De Lorenzis, doppiatrice e Samuel Dossi, direttore artistico. Il sipario si è alzato per la prima volta nell’aprile del 2014. “In uno spazio così ristretto lo spettatore è a contatto con gli attori – dice Dossi – gli spettacoli sono volutamente brevi, circa un’ora, e su palco di 2 metri per 3 al massimo c’è posto per due attori”. Il cartellone regala sorrisi: qui trovano spazio la stand up comica, molto cabaret e qualche incursione nella prosa. “Le nostre programmazioni sono al sabato e alla domenica, non facciamo abbonamenti per dare maggior possibilità di rotazione del pubblico. Per assistere ai programmi si prende con 10 euro la tessera e poi si fa un’offerta libera. Ci autososteniamo in questo modo e teniamo anche corsi di teatro per adulti”.

 

E nell’offerta di palcoscenici ben si colloca a pieno titolo il teatro del Lavoro, nato in via Chiappero, là dove a fine Ottocento c’era un deposito per le carrozze, poi è diventato un magazzino dove si conservavano i cavi elettrici, adesso è un presidio culturale apprezzato a livello internazionale e da tutti conosciuto come il teatro del Lavoro. Racconta Damiano Privitera: “Con Giorgina Castro Küstener abbiamo dato vita all’associazione La Terra Galleggiante, che ha fatto nascere il teatro di figura e il festival Immagini d’interno, una manifestazione giunta alla sua 25esima edizione. Oggi il nostro teatro ospita numerose iniziative cittadine. Teniamo anche corsi di formazione teatrale”. E aggiunge: “Ho avviato dei percorsi con giovani artisti che vogliono fare esperienze di recitazione, qui da noi è un vero laboratorio dove si impara a stare sul palco, ma anche a costruire le marionette”.

 

 

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