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Pediatra garantito per tutti i bambini, anche per quelli in attesa del permesso di soggiorno

allattamento orizÈ partito nei giorni scorsi un nuovo progetto pilota Asl To3, rivolto questa volta alla presa in carico dei bambini in attesa di attribuzione del pediatra perché non ancora in regola con il permesso di soggiorno. L’accordo Stato-Regioni del 2013 prevede che a tutti i minori, compresi appunto quelli non in regola con il permesso di soggiorno, sia garantito il diritto all’iscrizione gratuita al Servizio Sanitario Nazionale con conseguente attribuzione di un pediatra. Per svariati motivi tuttavia, non sempre l’iscrizione è contestuale con l’arrivo in Italia. Ciò comporta, in caso di necessità di cure mediche, che spesso questi bambini vengano portati in Pronto Soccorso, anche quando una visita ambulatoriale sarebbe sufficiente, o peggio, che la visita venga rimandata, complicando il quadro clinico del piccolo paziente.

I dati del DEA Pronto Soccorso di Pinerolo registrano circa 300 accessi l’anno effettuati da minori senza pediatra; la casistica è molto varia ed include accessi impropri (patologie gestibili ambulatorialmente) ed accessi dovuti a complicanze di patologie che, se gestite precocemente a livello ambulatoriale, avrebbero evitato l’aggravamento.

Considerando questi elementi, l’Azienda ha deciso nei giorni scorsi di implementare l’attività dell’Ambulatorio Interdivisionale di Pediatria a libero accesso, ambulatorio già presente presso l’Ospedale di Pinerolo (accesso diretto il lunedì, il mercoledì e il venerdì in orario 11.30-13.00), garantendo la presa in carico anche a questi bambini, finché non si completino anche per loro le pratiche di iscrizione al Servizio Sanitario e l’assegnazione di un pediatra. Primo riferimento per gli stranieri restano in ogni caso i centri ISI – Centri Informazione Salute Immigrati, presenti sul territorio (per informazioni http://www.aslto3.piemonte.it/info/stranieri.shtml)

ALLATTARE SERENAMENTE

Un nuovo servizio è disponibile per le donne che decidono di partorire presso l’Ospedale di Pinerolo: da maggio sarà infatti possibile accedere all’ambulatorio di sostegno all’allattamento che verrà attivato presso la Neonatologia, situata al quinto piano dell’Ospedale.

Consapevoli del fatto che il rientro a casa dopo il parto sia un momento di importante cambiamento nell’organizzazione della vita personale, che talvolta può portare a momenti di dubbio e confusione, il personale del Dipartimento Materno Infantile offrirà quindi la possibilità, per i primi sette giorni dopo la dimissione, di accedere ad uno spazio accogliente e confortevole dedicato al confronto ed al supporto e che funga da collegamento al successivo passaggio ai consultori territoriali.

L’ambulatorio, ad accesso diretto o previo contatto telefonico al numero 3386953836, sarà aperto con orario dal lunedì al venerdì dalle 13.30 alle 15.30 ed il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.00.

Dopo un primo periodo presso l’ambulatorio ospedaliero, i neonati seguiti dal nuovo ambulatorio verranno indirizzati al consultorio pediatrico ASLTO3 più comodo per mamma e bambino, con appuntamento fissato direttamente dal personale dell’azienda sanitaria, che passerà anche le informazioni di salute e tutte le consegne alla sede del consultorio.

I servizi di assistenza pediatrica, ospedalieri e territoriali, del Dipartimento Materno Infantile” sottolinea il Direttore Generale ASL TO3 Dott. Flavio Boraso “stanno rinnovando l’organizzazione di alcuni settori, in particolare nell’area pinerolese, per quanto riguarda l’approccio al paziente e alla coppia mamma-bambino, con una presa in carico globale che si traduce in questi due nuovi progetti. Il primo, già attivo, di assistenza pediatrica ai bambini in attesa di assegnazione del medico, è stato ideato con l’obiettivo di intercettare anche i bisogni di salute non espressi, raggiungendo i bambini che non accedono a cure né ambulatoriali né ospedaliere, con l’auspicio di riuscire a contrastare l’emarginazione sociale e le disuguaglianze di salute. Il secondo vuole supportare le donne in un momento di potenziale particolare fragilità, del quale è doveroso che l’azienda sanitaria di faccia carico nel migliore dei modi, mettendo a disposizione le proprie professionalità e competenze, all’interno delle proprie strutture.”

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