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Legambiente Valpellice contro la centrale a biomasse

Foto centrale Biomassa LSG18-03-2016- 17:29 – Fa discutere la centrale a biomasse di Luserna San Giovanni che è entrata in attività lo scorso 7 marzo. Legambiente Valpellice, ribadendo la propria posizione di contrarietà, la ritiene “un’operazione ambientalmente fuori scala per la valle e frutto di sole logiche speculative, ed esprime rammarico per una condizione sociale incancrenita, che ostacola un dialogo razionale e rischia di indirizzare un consenso generalizzato verso parole ovvie quanto facili a pronunciarsi”.

Di seguito pubblichiamo la lettera di Legambiente Valpellice

Le responsabilità

La situazione attuale ha responsabilità perfettamente individuabili.

  • −  La banalità di imputare responsabilità all’ente autorizzatore non regge. La Provincia – Città

    Metropolitana ha infatti agito nel proprio ruolo (definito dalle norme nazionali), facendosi peraltro promotrice dell’inserimento nella normativa regionale dell’obbligo di impiego del calore (attraverso l’imposizione del rispetto dell’indice di risparmio energetico – IRE).

  • −  Le responsabilità della proprietà sono gravi, perché si è sottratta al confronto con la popolazio- ne. L’etica del dialogo è stata considerata alla stregua di un accessorio inutile, trincerandosi dietro il diritto di impresa privata (peraltro definito da un contesto legislativo di totale favore, creato da leggi ed incentivi pessimi) e ignorando il fatto che l’impianto abbia inevitabili impatti ambientali locali, per quanto nei limiti di normativa.
  • −  La maggiore responsabilità è in capo alla politica locale. Essa ha mancato del tutto il proprio ruo- lo di indirizzo, di governo e di tutela degli interessi generali. In particolare con la precedente ammi- nistrazione, prima favorevole e poi contraria al progetto e sempre riluttante a gestire in maniera pub – blica e partecipata un percorso di presentazione, discussione, miglioramento, mitigazione e, infine, accettazione o rifiuto della proposta privata di centrale.

    Le scelte dell’oggi

    Legambiente Valpellice ritiene suggestiva l’ipotesi di un’obiezione di coscienza collettiva all’allaccio al teleriscaldamento, con l’obiettivo di portare l’impianto al di fuori dei parametri autorizzativi e far decadere l’autorizzazione stessa.
    Tuttavia la strategia di tale contrasto diretto alla centrale rischia di rivelarsi debole sotto il profilo legale. Potrebbe infatti fornire alla proprietà la migliore delle scusanti per neppure avviare la progettazione e la realizzazione della rete di teleriscaldamento e per mantenere l’autorizzazione a fronte di un non rispetto dell’IRE (in quanto vittima di boicottaggio e in contrasto con gli obblighi di legge).

    L’unica alternativa concreta appare che il Comune avochi a sé un ruolo molto attivo per orientare, non più il progetto di centrale, ma quello di rete e la gestione, verso l’utilità collettiva.

    Le azioni da intraprendere nel breve periodo

    Legambiente Valpellice ritiene opportuno che il Comune agisca come primo soggetto interessato, compiendo i seguenti passi:

− Richiedere alla proprietà, dandone informazione alla Città Metropolitana, i progetti ed i tempi di realizzazione della rete di teleriscaldamento (TLR). [Operazione a costo zero]

  • −  Verificare, di concerto con Città Metropolitana, le possibilità di rispetto dell’IRE in base a quanto dichiarato in realizzazione nei prossimi mesi (chiaramente solo le opere realizzate entro l’estate 2016 potranno garantire assorbimenti di calore nella prossima stagione termica 2016-2017). Preten- dere da Città Metropolitana una stretta osservanza delle tempistiche di verifica dei parametri autoriz- zativi e, eventualmente, di diffida della proprietà. [Operazione a costo zero]
  • −  Verificare la concretezza dell’allaccio dello stabilimento Caffarel e richiedere alla proprietà, di concerto con Città Metropolitana, il ricalcolo dell’IRE in base alle reali potenzialità di allaccio (sulla base dei dati di progetto presentati in fase di autorizzazione). Nel caso di assenza di assorbimenti di calore estivi, richiedere alla Città Metropolitana di imporre l’esercizio dell’impianto esclusivamen- te durante la stagione termica invernale. [Operazione a costo zero]
  • −  Richiedere la verifica (per le rispettive competenze a: Corpo Forestale, Carabinieri, Guardia di Fi- nanza, Città Metropolitana, ARPA) della provenienza del materiale legnoso in ingresso e del rispetto della due diligence forestale, delle condizioni di trasporto del materiale su autocarri, della correttezza fiscale del trasporto e della vendita delle biomasse legnose da parte di aziende agricole, forestali o privati, della caratterizzazione dei materiali in ingresso alla camera di combustione. [Operazione a costo zero]

    Le azioni da intraprendere nei prossimi mesi

    Legambiente Valpellice ritiene opportuno che nel medio termine il Comune agisca con obiettivi temporali e territoriali più ampi, compiendo i seguenti passi:

  • −  Realizzare uno studio energetico-ambientale indipendente per definire il migliore assetto della rete di teleriscaldamento, in grado di garantire la massima riduzione di emissioni inquinanti, conse- guendo un bilancio ambientale positivo a fronte del mantenimento di una residua redditività econo- mica dell’operazione.
  • −  Coordinare, in sede di Unione di Comuni, una valutazione dei quantitativi di cippato realmente disponibili in Val Pellice per l’alimentazione dell’impianto e definire un livello di prezzo indicati- vo per garantire la corretta remunerazione di tale cippato locale.
  • −  Avviare, in forma pubblica e partecipata, una trattativa con la proprietà della centrale rivolta ad ottenere:

o realizzazione della rete di teleriscaldamento secondo le specifiche dello studio energeti- co-ambientale condotto;

o contrattualistica di fornitura vincolata (con risoluzione automatica in caso di mancato ri- spetto) a:

  •   spegnimento estivo dell’impianto e rispetto dell’IRE;
  •   conseguimento di un bilancio ambientale positivo;
  •   impiego di quantitativi minimi di biomasse locali, definiti in base alla reale gestione

    forestale attuata (come da indicazioni dello studio forestale condotto);

  •   rispetto della due diligence forestale e della tracciabilità degli acquisti delle biomas-

    se.

o controllo costante e pubblico, sia da parte dell’Amministrazione, sia da parte dei cittadini,

delle biomasse in ingresso e dei dati del sistema di misura a camino”.

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