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Agli invalidi al 100% negato il diritto all’indennità di accompagnamento

invaliditàAmmalati gravi, invalidi civili al 100%, alcuni con un tumore in fase terminale, che si vedono negare dalla commissione medico legale dell’Asl To 3 il diritto di ottenere l’indennità di accompagnamento.

A denunciare questa situazione è Giuseppe Scarantino, lo zio di Michael, il ragazzo distrofico di Pinerolo che aveva ricevuto un telefonata da Papa Francesco, che nell’ambito della Onlus Santa Monica si occupa di assistere i pazienti nel disbrigo delle pratiche medico legali. “La situazione ha dell’incredibile -dice Scarantino- ad una donna di ottant’anni, senza una gamba, è stato negato il diritto a questo assegno per l’accompagnamento. Stessa sorte per un paziente che deve sottoporsi a dialisi, invalido al 100% e inabile al lavoro dal 1979 e per un altro affetto da una malattia degenerativa. E purtroppo un altro paziente in fase terminale, a cui era stata negata l’indennità, è morto”.

Una situazione che impone approfondimenti, dall’Asl dicono: “Il nostro compito è quello di esaminare le pratiche, fare la visita e poi l’ultima parola tocca all’Inps”. Ma perché non vengono concesse queste indennità a pazienti che vivono con una pensione d’invalidità di sole 285,66 euro al mese? 

Come possono vivere queste persone con poco più di 9, 50 euro al giorno? Una questione affrontata di recente della Consulta, che ha stabilito che con questi pochi soldi non si possono soddisfare i bisogni primari. E stiamo parlando di invalidi civili al 100% che non possono lavorare e avere altri redditi. Ecco quindi che è stato violato l’articolo 39 della Costituzione, quello che garantisce il diritto al mantenimento agli inabili. Infatti la legge recita: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L’assistenza privata è libera”. 

Ebbene ma qui allora qualcosa non torna la legge sulla concessione di questi assegni prevede che l’indennità di accompagnamento venga erogata a favore di cittadini invalidi civili totali (100% di invalidità), a causa di minorazioni fisiche o psichiche, con impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore, oppure con incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita. Ma una persona senza una gamba non ha quindi diritto a questo aiuto economico? Certo dall’Asl invitano a fare ricorso, ma questo ha un costo e se per caso perdi la causa e il tuo reddito è appena al di sopra della soglia prevista dalla legge, paghi anche tutte le spese legali. 

A.G.

 

 

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