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Inchiesta della Procura per accertare le cause di una donna morta sotto ai ferri

sala-operatoria28-12-2016- 18:19 –  Si chiedono i parenti di una donna di Pinerolo: “Nostra madre sei mesi fa è morta sotto ai ferri  al Sant’Anna e siamo ancora in attesa di una risposta”.

Domenico Fiore, artigiano di Pinerolo,  figlio della signora Amedea Massellani, da oltre sei mesi attende, insieme al padre Francesco Fiore ed alla sorella Maria Luisa,  una risposta su quanto accaduto il 27 giugno 2016 all’Ospedale Sant’Anna di Torino – Città della Salute.

Sua madre subì un intervento chirurgico per un tumore dell’endometrio e morì durante l’operazione.

L’intervento le era stato prospettato come di assoluta routine, una isterectomia totale.

Riferisce il sig. Fiore: “La mamma si trovava in vacanza in Emilia Romagna quando fu convocata dall’Ospedale torinese per sottoporsi all’operazione chirurgica in laparoscopia, e le dissero che di lì a pochi giorni avrebbe potuto riprendere le sue ferie, subito dopo l’intervento”.

La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta su quanto accaduto. Non ravvisando inizialmente alcun tipo di responsabilità dello staff sanitario (motivo per cui l’esame autoptico fu eseguito all’interno dell’ospedale da parte dei patologi della Città della Salute dottori Di Vella e Botta), il fascicolo, assunto in indagini dal Procuratore aggiunto dottor Vincenzo Pacileo, ha ora preso rapido avvio ed è in corso una consulenza medico legale per accertare le effettive cause della morte della signora Massellani. Il dottor Antonio Osculati di Pavia  è il patologo incaricato di ricercare  svelare le cause di una morte a dir poco inaspettata.

Dice l’avvocato  di Pinerolo Luca Paparozzi che assiste i parenti: “I familiari della signora Massellani, raccolti gli incartamenti clinici della congiunta,  hanno incaricato dottor Giulio Vollaro di Pinerolo,  un medico fiduciario,  per comprendere i contenuti della cartella e seguire le operazioni peritali  .Già dalla lettura della cartella sono emerse parecchi elementi di perplessità a partire dalla sottoscrizione del consenso informato dove manca il nome del medico che l’ha raccolto”.

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