E’ una pagina piena di ricordi e di affetto per una alunna che non c’è più. Camilla 12, anni, con il fratello Manuele, la mamma Claudia e Andrea, l’uomo che la donna aveva appena sposato, sono le quattro vittime di Pinerolo inghiottite dal ponte. Le parole del professore d’italiano, Roberto D’Ingiullo, sono un balsamo per Marcello Bellasio, il papà dei due ragazzi.
LA LETTERA INTEGRALE POSTATA SU FACEBOOK
Cercando un libro, ho ritrovato questo. Il biglietto che mi avevi regalato con i tuoi compagni. Sei al centro della foto col tuo sorriso furbissimo e timidissimo. Accanto la tua firma con un cuoricino.
Ero venuto a salutarvi a giugno
“Prof mi raccomando torni da noi l’anno prossimo”
“Non so dove insegnerò. Speriamo”
“Non faccia scherzi. Ci vediamo a Settembre” .
Due mesi dopo ho letto il tuo nome tra le vittime del crollo del ponte. Mi ero rifiutato di crederci. In fondo, da giornalista so che i giornalisti sbagliano: io ho sbagliato tante volte, magari era un errore. E invece no.
Ho scritto ai tuoi compagni pensando che potesse servire e sperando che servisse anche a me. Ho scritto che non può essere giusto che gli altri ti associno solo a quel ponte, spetta a loro ricordarsi e far conoscere agli altri quanto valessi e quanto fosse forte quello che condividete.
Ci provo anche io con i miei nuovi allievi. Racconto di quando hai aiutato un ragazzo sfortunato con una frase e un sorriso che valgono più di centinaia di manuali sull’inclusione, l’integrazione e l’amicizia. Sorrido quando penso ai tuoi: “Vada tranqui, prof” nei giorni prima dell’interrogazione.
Mi sono chiesto a cosa servisse “allenare le vostre menti” se poi il destino sa essere così vigliacco. Ma poi rimaneva un sorriso a pensare a quanto sei speciale e a quanto è speciale quel gruppo. Ieri un mio alunno mi ha chiesto: “Prof, per favore ci racconta qualcosa della sua allieva?”. Anche loro hanno capito che molto rimane e rimarrà.
Ciao Camilla