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I valdesi applicano la legge Cirinnà per benedire le coppie gay

sinodo ribetApre la strada ai valdesi la legge Cirinnà,  la seguiranno in tutti casi di benedizione di coppie dello stesso sesso. Una legge  cardine che  riconosce legalmente le coppie omosessuali e regolamenta le convivenze al di fuori del matrimonio. Ebbene il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste riunito a Torre Pellice dopo aver discusso il documento: ” Famiglie, matrimonio, coppie, genitorialità” ha stabilito che  potranno essere impartite le benedizioni ma solo nei casi che rientrano nella legge Cirinnà. Importante il dibattito teologico che si è sviluppato sul concetto di benedizione, che si riferisce sempre alle persone, e non alle forme giuridiche di unione, che per le chiese valdesi e metodiste non sono sacramenti. Spiega il moderatore della tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini: “ È un documento che si adatta costantemente ai cambiamenti della società ed è passibile di ulteriori miglioramenti, ma abbiamo fatto il giro di boa, siamo in una fase che ci consente un riconoscimento di tutte le famiglie, del tessuto affettivo e sociale delle persone. Continua ora il compito culturale nel paese perché ci sono ancora altri passi in avanti da fare. È importante che ci sia stato un consenso a livello locale e nazionale su questi temi”.

Il Documento – hanno ricordato ieri mattina durante una conferenza stampa il pastore Paolo Ribet e Paola Schellenbaum, rispettivamente coordinatore e membro della Commissione che ha prodotto il testo – è frutto di un impegno che dal 2011 ha portato le riflessioni su questi temi nelle comunità locali e nelle chiese in tutta Italia. La discussione, approfondita nel corso dell’anno e arrivata al culmine nella giornata  con i deputati del Sinodo, fa emergere l’equilibrio di libertà e responsabilità delle chiese sia in ambito giuridico sia in ambito liturgico.  Il Documento – la cui approvazione è rimandata ai prossimi giorni – richiama le chiese e le singole persone credenti a impegnarsi affinché il cammino di consapevolezza, di apertura, di accoglienza si estenda alle nuove forme di relazione che sono già in essere nella società, con una particolare attenzione alle diverse sensibilità in ambito interculturale di cui le chiese sono protagoniste e testimoni.

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