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Estate nera per il turismo in montagna

montagna9/9/2014 – 16:47 – I dati non sono ancora definitivi, ma in alcune vallate, la più piovosa estate degli ultimi vent’anni si è tradotta in un calo del 40, 50, fino al 70% delle presenze e dei fatturati. Da tutti i territori, Uncem riceve segnalazioni e dati preoccupanti, per certi versi pericolosi. Non ci sono solo la crisi e il calo dei consumi a pesare sulle strutture ricettive, ristoranti, hotel, rifugi alpini. Il maltempo ha compromesso notevolmente la stagione e gli operatori hanno chiesto negli ultimi giorni a Uncem, Cai, Regioni, Comuini e ad altri soggetti istituzionali di intervenire. “I dati sono drammatici in molte aree montane del Piemonte– spiega il presidente Uncem Piemonte Lido Riba – direi quasi pericolosi, visto che una stagione persa si traduce in meno posti di lavoro, mini fatturati e anche in strutture che chiudono, per sempre, con proprietari e gestori che ‘abbandonano’ il territorio. La nostra proposta? Individuare, nelle Terre Alte, degli sgravi fiscali per le imprese del settore turistico-ricettivo. È una questione sulla quale insistiamo da tempo: non servono aiuti a pioggia un po’ di qua un po’ di là. Serve un progetto integrato per il turismo nelle aree montane piemontesi e un piano di incentivi, come la detassazione appunto, che permettano alle imprese di restare nelle Terre Alte”. Uncem sottoporrà la questione all’assessore regionale al Turismo Parigi e ai Parlamentari piemontesi. Da tempo il Parlamento lavora sulla possibilità di “zone franche montane”. “Le regioni autonome oggi possono garantire una forte detassazione per i rifugi e per chi lavora sul fronte turistico-ricettivo – evidenzia Riba – Il Piemonte da solo certo non può farlo e ha bisogno di precise indicazioni da Roma. Come avevamo evidenziato nel 2009, dopo le forti nevicate di quell’inverno, quegli eventi meteorologici non sono straordinari. Possono verificarsi di nuovo e causare nuovamente problemi. Così è per le stagioni fortemente piovose. Dunque più che a uno stato di calamità per questa stagione, che comunque molti Comuni hanno giustamente chiesto, bisogna pensare a provvedimenti stabili. Siamo pronti a lavorare con il Consiglio regionale e con i nostri rappresentati in Parlamento. La defiscalizzazione compensa un’organizzazione diversa dei servizi pubblici, incentivando la residenzialità e la ricettività. Perdere punti sul settore turistico, vuol dire compromettere il più grande comparto economico della montagna”.

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