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Buona domenica alla buona sanità

ospedale_agnelli07-05-2017-08:00 -  Con una pagina dedicata alla buona sanità siamo al 22°appuntamento con la  rubrica che, prendendo le distanze dai ritmi frenetici che il web impone, va alla ricerca  di  notizie, per approfondirle o riflettere su quanto è accaduto. E visto che è una giornata di festa, cercheremo di dare solo belle notizie o almeno di vedere il bicchiere mezzo pieno, raccontandone quindi l’aspetto migliore: buona lettura.

La notizia migliore della settimana racconta di un successo raggiunto nell’ambito medico. E quando si parla di una vittoria in questo campo la linea del traguardo la  si oltrepassa in due: il paziente  e l’ équipe medica.

Il primo torna casa guarito,  in questo caso dopo solo 24 ore, mentre medici e infermieri, tolte le mascherine e sfilati i guanti escono dalla sala operatoria con la consapevolezza che non solo l’intervento appena concluso servirà a garantire un futuro sereno al paziente, ma che quel successo sarà replicabile.

Si tratta di una di prostatectomia, asportazione della prostata che presentava cellule tumorali,   non solo effettuata con una tecnica poco invasiva ma che per la metodologia utilizzata,  l’uso di un bisturi ad acqua che non taglia ma scolla i tessuti e l’applicazione di una membrana amniotica, riduce il deficit sessuale conseguente a questo tipo d’intervento e riduce i giorni di degenza in ospedale.

E non è certo per campanilismo ma per dovere di cronaca che si deve registrare che l’intervento, unico per la tecnica adottata,  in Italia si effettua solo nell’Asl To 3, e dopo alcune operazioni che si sono svolte a Rivoli  ora per la prima volta il primario di urologia, Maurizio Bellina, ha effettuato questa operazione a Pinerolo su di un paziente di 65 anni.

E sempre per completezza d’informazione  si deve aggiungere che questa metodologia d’intervento verrà accettata  e riconosciuta quale contributo scientifico in un congresso medico internazionale.

L’elemento innovativo  è che il decorso post operatorio, grazie ad una rete sanitaria territoriale,  quando la situazione lo permette e non ci sono rischi per i pazienti, può avvenire  a casa del paziente che ogni giorno riceve la visita del medico e  dell’infermiere. Spiegano alla direzione sanitaria: “In questo modo si riducono i rischi infettivi sempre presenti negli ospedali, ma questa prassi la si può seguire  solo se vengono rispettati i parametri di sicurezza, perché se ci sono dei rischi il paziente rimane in ospedale. Si limitano le spese della degenza e il paziente guarisce prima”. Il  più soddisfatto è proprio lui, un signore di Pinerolo di 65 anni, dirigente in pensione, che dice: “ Per settimane ha passato notti in bianco pensando all’operazione, ora finalmente dormo tranquillo, il mio problema di salute è stato risolto. Per l’ équipe medica ho una sola parola: fantastici”.

 

Buona domenica

Antonio Giaimo

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